Alla ricerca di ET

Progetti e Software

La prospettiva di non essere soli nell’Universo ha affascinato l’umanità sin dai tempi antichi. A rigor di logica perché il nostro pianeta dovrebbe essere una singolarità? Come un’anomalia viva in un universo fatto da sassi rotolanti in cui alberga il silenzio? Nessuno può escludere che in qualche sistema galattico possa esistere un sistema planetario simile al nostro con qualche pianeta che ha , come la nostra terra, le caratteristiche per poter ospitare il bene più prezioso: la vita. Non stiamo parlando necessariamente di forme evolute con intelligenza pari o addirittura superiori alla nostra, ma anche semplicemente in maniera embrionale sotto forma di organismi prebioti, o batteri o altro.

Naturalmente quello che tutti i ricercatori di vita nello spazio sperano è quello di scoprire altre forme di vita evolute almeno come noi capaci di lanciare verso lo spazio profondo segnali radio per comunicare con l’infinito condividendo la stessa curiosità di scoprire se c’è vita nellUniverso. Uno dei progetti che si prefigge di fare ciò è il SETI. In questo articolo abbiamo il piacere di ospitare una breve intervista con Bruno Moretti Turri –  direttore del SETI ITALIA “G. Cocconi”.

Ciao Bruno innanzitutto ti ringraziamo per aver accettato di essere intervistato da noi. Per prima cosa parlaci un po’ di te, così per fare un po’ conoscenza.

Sono nato a Varese nel 1953, radioamatore IK2WQA, giornalista, epistemologo, scrittore e divulgatore scientifico. Sono stato uno dei pionieri della diffusione di SETI@home e del distributed computing in Europa in collaborazione con università e centri di ricerca di tutto il mondo. Sono direttore del SETI ITALIA “G. Cocconi” e astronomo specializzato in radioastronomia e SETI presso l’Osservatorio Astronomico Messier 13 di Tradate. Come “discepolo” di Carl Sagan e presidente di Academia Philosophiae Naturalis sono da sempre impegnato nella divulgazione del naturalismo filosofico, cioè di una visione naturale del mondo basata sul razionale moderno metodo scientifico e di un’etica laica valida per tutti gli uomini tolleranti di buona volontà, dal 1948 rappresentata dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”. In gioventù sono stato anche imprenditore, alpinista d’alta quota e musicista.

Potresti spiegarci cosa è il SETI, di cosa si occupa, come è nato e quali sono i suoi obiettivi?

SETI è acronimo di Search for Extra Terrestrial Intelligence, cioè ricerca di segnali elettromagnetici artificiali provenienti da eventuali civiltà aliene. L’atto di nascita del SETI è stata la pubblicazione su “Nature” dell’articolo “Searching for Interstellar Communications” da parte dall’italiano Giuseppe Cocconi (cui è intitolato il nostro Team) e dallo statunitense Philip Morrison nel 1959, articolo che abbiamo per primi tradotto in italiano
http://setiitalia.altervista.org/Cocconi.html
La prima ricerca SETI è stata il Progetto Ozma di Frank Drake nel 1960
http://cfivarese.altervista.org/SETI_Progetto_Ozma_di_Frank_Drake.html

Per vita intelligente nell’universo non intendi contatti fisici con il nostro pianeta come gli UFO vero?

Un'utopia del SETI - L'intera umanità sotto un'unica bandiera
Un’utopia del SETI – L’intera umanità sotto un’unica bandiera

Mai dire “mai”, ma… in base alle attuali conoscenze scientifiche il viaggio interstellare di materia artefatta (leggi: astronave) sembra proprio impossibile perchè, a parte una valanga di altre considerazioni fisiche, l’urto ad alta velocità contro il mezzo interstellare (ISM, InterStellar Medium) renderebbe rapidamente l’astronave radioattiva “friggendo” tutto il suo contenuto (biologico o non biologico). Per non parlare dell’urto ad alta velocità contro le polveri e i micrometeoriti interstellari che renderebbero l’astronave un colabrodo… Gli UFO, oggetti volanti non identificati, sono tutta roba terrestrissima…

Quali risultati si sono raggiunti fino ad ora con il progetto SETI?

Falsi allarmi parecchi, risultati di “contatto” nessuno. Ovviamente. Il perchè di “ovviamente” è decisamente troppo lungo da spiegare qui, ergo rimando alla lettura di “Da Ozma a SETI@home”
http://uavarese.altervista.org/50morettitx.html
Non abbiamo ancora trovato nessun alieno, ma, sul lungo periodo, sono ottimista. Attualmente noi terrestri siamo ancora nella fase pionieristica in cui stiamo solo imparando COME trovare ET.

Anche in Italia è presente un centro di ricerca del SETI? Dove ? È possibile visitare il centro?

Il SETI italiano è presente presso i radiotelescopi di Medicina (Bologna) che, su prenotazione, è possibile visitare. E’ un’esperienza fantastica altamente raccomandabile.

Ho saputo che tutti possono collaborare con il SETI condividendo il proprio computer, puoi spiegarci come?

Ai fini SETI, l’analisi dei dati acquisiti dai radiotelescopi esige un’enorme capacità di elaborazione che richiede l’apporto di milioni di volontari in tutto il mondo che prestano la potenza inutilizzata dei loro personal computer, tramite il sistema del distributed computing, cioè del calcolo scientifico distribuito, inventato da David Gedye di SETI@home. Il volontario installa un programma automatico che elabora i dati in background, cioè in sottofondo, mentre l’utente usa normalmente il computer con altri programmi, prestando alla ricerca scientifica solo la potenza da lui non utilizzata del suo computer. Potenza inutilizzata per la quale paga comunque la bolletta dell’ENEL anche se non la usa. Per partecipare con noi a SETI@home, visitare la pagina http://setiitalia.altervista.org/

11 comments

  • Grazie Luca, molto interessante questa intervista, il progetto mi attrae molto e ci stavo pensando da un po’, vorrei sapere se proprio qualunque pc è funzionale al progetto o se deve avere delle prestazioni particolari. Un saluto a Bruno e in bocca al lupo per tutto, oltre che i miei complimenti.

  • Grazie Rosa,
    va bene qualsiasi computer te lo garantisco.
    Io uso un veccio portatile con 512 di ram… preistorico direbbe qualcuno. 😆

  • [quote name=”Luca Menichelli”]Grazie Rosa,
    va bene qualsiasi computer te lo garantisco.
    Io uso un veccio portatile con 512 di ram… preistorico direbbe qualcuno. :lol:[/quote]
    Bene! Il mio al confronto è una navicella spaziale, grazie 🙂

  • La cosa è affascinante, ma mi chiedo con tutti problemi terreni che dobbiamo affrontare e per i quali non si trova una risoluzione a causa della mancanza di fondi, perchè dobbiamo continuare a spendere milioni di $ all’anno per cercare civiltà extraterrestri, esplorare lo spazio e cavolate simili?
    Con il massimo rispetto epr la NASA, L’ESA, il SETI e associazioni varie, ma è solo uno spreco di risorse che potrebebro risolvere tutti i problemi del mondo se impiegati diversamente… Le necessità vengono prima dei sogni, è sempre stato così perchè oradobbiamo invertire?

  • [quote name=”GiorgiaG”]

    Cavolate?? Perdonami ma la ritengo un’affermazione alquanto grave! L’universo è datato a circa 14 miliardi di anni fa, la terra a circa 5 miliardi di anni, noi siamo qui ora e tra altri 5 miliardi circa di anni non ci sarà più la terra ma ci sarà qualcun altro. Da dove siamo venuti, cosa siamo e dove andiamo?
    Un saluto,
    Rosa

  • Ciao Giorgia ,
    vediamo da dove cominciare.
    Io credo che nella ricerca scientifica nulla sia inutile e nulla sia più importante delle altre.
    Per quale motivo?
    Naturalmente tu dirai che se si deve scegliere di dare 1 miliardo di $ alla NASA oppure alla ricerca sul cancro , meglio darla alla ricerca medica.
    Fino a qualche tempo fa la pensavo alla stessa maniera, ma poi vedendo le cose nel globale ho realizzato che alla fin fine non c’è differenza.
    La scienza ha molte sottocategorie, ma alla fine è un tutt’uno ed come obiettivo il miglioramento delle condizioni dell’umanità.
    Non è raro che ricerche in un campo, poi trovano la loro applicazione in un’altro, medicina compresa.
    Molti dei rimedi attuali contro le malattie sono il frutto di ricerche effetuate per tutt’altro scopo.
    Chi ha scoperto i raggi X non aveva la benché minima idea della sua applicazione in medicina, eppure ora nessuna diagnosi può essere fatta senza l’ausilio di una radiografia, una tac o cse similari.
    Stessa cosa per l’effetto doppler e la risonanza ecografica. Nati da scienziati dediti alla fisica e poi esportati alla medicina.
    Se fai una ricerca non puoi immaginare quante applicazioni nella medicina derivano dai soldi “Buttati” per finanziare la NASA o progeti militari.
    Anche riguardo al progetto BOINC sul calcolo distribuito, il tutto era nato per fornire potenza di calcolo al progetto SETI , ma grazie a questa perdita di tempo adesso si può collaborare a progetti “PIÙ TERRENI” come Rosetta@home che opera appunto in campo biomedico o Malariacontrol che non credo abbia bisogno di spiegazioni, lo si capisce dal nome e altri progetti che aiutano la ricerca medica, le previsioni climatice, la lotta all’inquinamento, il monitoraggio della temperatura mondiale e cose che tu ritieni più utili.
    Come puoi vedere, e potrai farti migliaia di esempi, nulla è stato buttato, ma ognuno ha dato il suo tassello per il moglioramento delle condizioni attuali e future, senza queste divisioni di fondi probabilmente non avremmo nulla di quello che abbiamo, salute compresa.
    Pensi che se si donasse tutto alla ricerca medica questa sia in grado da sola di trovare tutte le risposte? Io personalmente ne dubito.
    Ora andiamo molto più lontano, parlerai di fantascienza, ma si tratta di raeltà.
    Il nostro pianeta ha una data di scadenza. Autodistruzione da stupidità umana a parte è certo che tra qualche miliardo di anni il Sole che oggi ci da la vita, sarà la causa della sua distruzione . Se non si trova un modo per invertire il processo di espansione e poi spegnimento del sole, si hanno solo due alternative:
    ci si rassegna all’estizione della vita sulla terra;
    si lascia il pianeta verso nuove frontiere.

    Già la colonizzazione di Marte darebbe preziosi milioni di anni in più alla vita, poi si dovrà lasciareanche questo.

    No. Non la sto sparando grossa…
    Alla luca di tutto ciò, sei sicura che non ha senso spendere fondi utili nella ricerca spaziale?

    In conclusione nessuno toglie nulla a nessuno, i fondi vengono ripartiti dive sevono perché la scienza è un grosso puzzle e se manca anche una sola tessera … allora si che si buttano fondi inutilmente.

  • Scusate, ma visto che qualcuno parla di “milioni di dollari per il SETI” che nessuno ha mai visto e nessuno ha mai speso. Precisiamo che:
    In termini di ore di “ascolto”, ben oltre il 99% della ricerca è effettuata da sistemi “piggybacked” (USA Arecibo, AUS Parkes, ITA Medicina) cioè “in parallelo” a studi non SETI. Sistemi tutti rigorosamente a “costo tempo/radiotelescopio zero”. Ovviamente, con tutti gli enormi limiti annessi e connessi a siffatta soluzione di ripiego su una “ricerca parassita a casaccio”, rispetto a una ricerca “targeted”, cioè mirata e con il pieno dominio del radiotelescopio. Malinconicamente sottolineiamo il fatto che, se il costo non fosse zero, sparirebbe oltre il 99% della ricerca e, con essa, gran parte di quello stimolo a progredire che in breve ha portato SETI da 2 (Frank Drake, Ozma)
    http://cfivarese.altervista.org/SETI_Progetto_Ozma_di_Frank_Drake.html
    a 2 miliardi (SERENDIP V)
    http://uavarese.altervista.org/50morettitx.html
    di canali. Nove ordini di grandezza! «Nel corso di 50 anni, la nostra capacità di ricerca di segnali radio è aumentata diecimila volte di più di quanto non sia aumentata la sensibilità dell’astronomia ottica nei 400 anni da Galileo.» (Giovanni F. Bignami, C’è qualcuno là fuori?)
    http://uavarese.altervista.org/bignamiiht.html

    Il SETI è sempre stato in miseria NERA a campare con spiccioli PRIVATI. E l’entusiasmo dei volontari.

  • Bruno, diciamo che sono uno di questi volontari, anche ora sto contribuendo mentre scrivo e sarebbe bello vedere una collaborazione collettiva più ampia.

  • Era un mio amico su Facebook, sempre pronto alla battuta fino all’ultimo giorno. Un po’ pazzo, a volte sfrontato, ma comunque un buon amico.
    Addio Bruno, si sente la mancanza delle tue cavolate. 🙂
    Ramen

  • Penso che anche le guerre siano inutili,spero sarete d’accordo con me,però si fanno, e per i motivi più svariati,con costi enormemente superiori di quelli sostenuti dal SETI per le sue ricerche,per non parlare delle perdite in termini di vite umane,delle tecnologie sempre più sofisticate per portare morte e distruzione ovunque,invece di portare pace e soluzioni a qualche problema anche di carattere scientifico o medico.
    Perchè quando si scrive a proposito del SETI la solfa è sempre la stessa:ma perchè spenddere soldi e risorse per una ricerca inutile? perchè non occuparsi di problematiche più terrene vicine magari alla medicina? La risposta cè,c’è sempre stata,ma chi vede il SETI con il fumo negli occhi,non la vede,o forse finge di non vedere,e scrive le sue tre o quattro cavolate sul tema e poi va a dormire tranquillo.Oggi esiste una realtà che si chiama calcolo distribuito,e se lo è inventato propio il SETI,creando al tempo stesso una piattaforma di calcolo distribuito chiamata BOINC,con il quale si può collaborare a diversi progetti nei più svariati ambiti.Anche in quello della ricerca medica,così facciamo contento qualcuno sperando che nel frattempo questo qualcuno la molli lì con le solite menate.Quindi il SETI,come già giustamente fatto notare,non ruba niente a nessuno,e tutti coloro che si vantano della collaborazione in progetti di ricerca medica o altro con il calcolo distribuito,solo una cosa dovrebbero scrivere se veramente convinti della loro collaborazione a qualsivoglia progetto:GRAZIE SETI!!
    Quindi,stando così le cose,cosa ci vuole ora per togliere il fumo dagli occhi?

Lascia un commento

undici − 8 =