La liberta’ di stampa? Solo quando conviene

Complotti

Non credo ci sia bisogno di ribadire, ma credere di vivere in un paese in cui vige la libertà di stampa e di parola ormai è un’affermazione utopica . No. Non sto parlando di assurde, e fantomatiche aggiungerei, censure di “regime”, come va di moda definirle in ambito complottistico, dei media ufficiali o della classe politica, ma dell’impossibilità di poter portare avanti un’opinione causata dalla prepotenza di coloro che quotidianamente sostengono di difendere la libertà stessa contrastando censure e dittature.

Non credo ci sia bisogno di ribadire quanto la mancanza di argomentazioni di confronto valide portano le frange complottiste del web ad assumere atteggiamenti che appare riduttivo considerare frutto di maleducazione: sanno fare solo quello, mai un confronto.

Non ce n’è bisogno perché ogni giorno dimostrano la loro bassezza intellettiva cercando di dimostrare in ogni momento quanto sarebbe più bello il mondo senza le loro elucubrazioni.

Non parlo di idee o opinioni, cose sacre che devono essere rispettate anche se non condivise, ma di metodi di dittatura mediatica in cui si cerca la libertà di parola e si condanna la censura purché lo si pensi alla loro maniera. E se non lo si pensa? Giù con le offese con definizioni diffamatorie esasperate.

Ultima vittima di questa dittatura mediatica è la giornalista Silvia Bencivelli che all’improvviso è diventata una pericolosissima criminale degna di essere offesa senza mezze misure e con ogni mezzo. Quale è stata la sua ignobile colpa? Ha scritto sul giornale La Stampa un articolo dal titolo “Le scie chimiche la leggenda di una bufala“, fatto che ha scatenato centinaia di messaggi che con convincenti argomenti atti a dimostrare in maniera scientifica la “faziosità” delle sue affermazioni, l’hanno definita criminale, assassina, giornalaia, puttana, schifosa indecente, solo per citare le meno colorite. Su Facebook le pagine e i gruppi devoti alla bufala delle bufale non si sono risparmiate e sono addirittura nati comitati e pagine ad hoc al solo scopo di denigrarla e offenderla, questo un esempio.

Personalmente mi associo alle migliaia di menti razionali ed educate che manifestano il loro disappunto nei confronti della condotta denigratoria dei complottisti che senza ombra di dubbio e in maniera continuativa dimostrano nuovamente la loro incapacità a confrontarsi in maniera civile, cosa anche comprensibile data al loro assoluta mancanza di argomentazioni valide. Quando mancano le capacità, si sa, il turpiloquio rimane la sola strada percorribile, almeno per loro, noi preferiamo usare la ragione.

Vai Silvia, non ti curar di loro, non ne vale la pena!

Luca Menichelli

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