Scie chimiche – Intervista a Simone Angioni
A cura di Luca Menichelli
Immaginate di sdraiarvi in un verde prato gustando la dolce brezza che solo le zone di aperta campagna sanno donare. Ora , con le braccia dietro la nuca, rimanete incantati ad osservare il cielo ammirando il suo azzurro cristallino, le sue nuvole bianche che transitano formando mille figure , gli uccelli che si rincorrono in stormi ordinati che volando formano improbabili acrobazie. Ma … Ad un tratto questa naturale tranquillità viene interrotta da due scie bianche parallele. Sono il frutto del passaggio di un aereo di linea pieno di persone che si affidano all’aria per trasportarsi da una parte all’altra del globo. Allora i vostri pensieri vengono convogliati tutti sull’origine di quelle scie bianche che piano piano si allargano , cambiano forma e poi svaniscono nel cielo. Ma cosa sono? La versione ufficiale suggerisce che si tratti di scie di condensazione dell’acqua causate dal calore dei motori, ma da qualche anno viene proposta una teoria alternatica che vorrebbe quelle strane scie come il risultato di una continuativa irrorazione di sostanze chimiche da parte di aerei militari, detti Tanker, un’operazione potenzialmente dannosa per la salute pubblica.
Da più parti si susseguono dibattiti di ogni sorta tra i sostenitori della teoria classica delle ConTrails ( scie di condensazione ) e ChemTrails ( Scie Chimiche ). In quest’articolo presentiamo un’intervista a Simone Angioni che tra i vari interessi collabora con il CICAP analizzando le varie ipotesi di complotto, comprese le scie chimiche.
D: Ciao Simone. Innanzitutto ti ringrazio per aver accettato di collaborare con il nostro sito .
R: Grazie a voi per avermi offerto questa occasione
D: Prima di entrare nel vivo dell’argomento, parlaci un po’ di te .
R: Sono un chimico, laureato presso l’Università degli Studi di Pavia; nello stesso ateneo ho conseguito il titolo di dottore di ricerca e tutt’ora proseguo la mia attività occupandomi di chimica sostenibile e di fonti rinnovabili. In particolare le ricerche di cui mi occupo sono incentrate sui motori a idrogeno e sulla produzione di bioetanolo da prodotti lignocellulosici. Ho iniziato a collaborare con il Cicap nel 2004 quando ero ancora studente e da allora mi sono occupato di vari argomenti paranormali tra i quali: ufologia, castelli infestati, miracoli e complotti.
D: Ho letto alcuni tuoi articoli, molto interessanti devo assicurati, in cui affronti il tema delle scie chimiche, argomento che ormai va di moda e di cui noi di scetticamente ci siamo occupati e continueremo ad occuparci nei nostri articoli. Purtroppo c’è un po’ di confusione in giro, a causa del tam tam del web sulle famose scie lasciate nel cielo dagli aerei. Puoi spiegarci cosa si intende per scie chimiche? Da cosa trae origine il fenomeno? Da quando se ne parla?
R: Temo di non poter rispondere in maniera esauriente a queste domande e ritengo che nessuno possa farlo. La teoria delle scie chimiche nasce nel 1997 negli Stati Uniti quando un appassionato di armi biologiche, Richard Finke, diffuse in rete i risultati di alcune analisi eseguite su un campione di carburante per aerei. La mail fu inviata ad una mailing list dedicata al bioterrorismo sostenendo che nel carburante ci fosse del dibromo etilene, un pesticida molto nocivo il cui uso era già vietato da diversi anni, tuttavia il testo non conteneva alcun tipo di informazione sull’analisi eseguita (provenienza del campione, tipo di analisi, risultati, quantità, etc). L’inizio della teoria delle scie chimiche come fenomeno del web può essere ricondotto a quella mail e alla sua successiva diffusione come catena di S. Antonio. Quindi con scie chimiche si intende il rilascio, da aerei appositamente attrezzati, di sostanze pericolose per la salute. Il metodo di diffusione della teoria, come spesso accade alle notizie in rete, ha fatto sì che nascessero decine e decine di varianti e quindi, oggi, a 14 anni di distanza, non è più possibile dare una definizione o un elenco di caratteristiche che metta d’accordo tutti i sostenitori dell’esistenza del fenomeno.
D: C’è qualche studio serio , non semplici iniziative di comitati indipendenti, che ha dato qualche prova di veridicità al fenomeno delle scie chimiche?
R: Esistono alcuni studi seri che hanno analizzato la teoria delle scie chimiche nel dettaglio, forse uno dei più completi è contenuto in uno speciale sul sito del Cicap (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273642), in seguito rielaborato da Paolo Attivissimo (http://sciechimicheinfo.blogspot.com/). Quello studio è stato condotto da un gruppo che ho avuto l’onore di coordinare e che è composto da chimici, fisici, geologi, meteorologi, piloti e controllori di volo. Non svelo il risultato per non togliervi il piacere di leggerlo.
Più in generale non esiste alcuno studio eseguito da professionisti del settore aeronautico che conferma l’esistenza di scie anomale nei nostri cieli.
Esistono invece diverse analisi, pubblicate su riviste scientifiche, di scie rilasciate dagli aerei che confermano trattarsi di scie di condensazione, ovvero di acqua congelata generata dalla combustione del carburante e rilasciata ad alte quote dove le temperature sono sempre di decine di gradi al di sotto dello zero.
D: Ma quale sarebbe, secondo gli sciachimisti, l’obiettivo di queste irrorazioni? E da chi sarebbero effettuate?
R: In questi anni si sono generate così tante varianti che fare un elenco preciso e puntuale sarebbe impossibile. Basti pensare che se sommiamo tutto quello che affermano i sostenitori della teoria scopriamo che sarebbero oltre 150 i composti rilasciati contemporaneamente in atmosfera! Questo rende l’idea dell’evoluzione avvenuta dalla mail del ’97 di cui abbiamo parlato poco fa.
Gli scopi, tenuti segreti dai governi, ma scoperti grazie a delle strabilianti abilità di ricerca con Google sono anch’esse decine e andrebbero dal diminuire le precipitazioni per far spazio ad OGM resistenti alla siccità ad aumentarle sempre per far spazio ad Ogm, ma questa volta resistenti alle alluvioni; da controllare la mente di tutti gli esseri umani per assoggettarli alla volontà del “Sistema” a sterminare l’intera razza umana; da creare uno scudo metallico per migliorare l’efficienza delle comunicazioni radio ad una copertura per simulare una falsa invasione aliena o una falsa parusia del Cristo (http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.2709.8).
Inutile dire che questi scopi non trovano alcun riscontro nei fatti, inoltre gran parte dei ragionamenti causa-effetto da parte dei sostenitori delle scie chimiche si scontra con le attuali nozioni fisiche e chimiche.
Anche le ipotesi su chi sarebbe l’artefice di questo scempio non trovano concordi i complottisti, alcuni dicono che sarebbero gli alieni, altri il Nuovo Ordine Mondiale, alcuni i Cavalieri di Malta, altri i gesuiti, altri ancora l’INPS e l’INPDAP (non è uno scherzo!). Basti pensare che durante una mia conferenza, al momento delle domande del pubblico, una persona si è alzata urlandomi contro “Da chi sei pagato? Chi ti paga per mentire? Sono gli illuminati?” e una persona di fianco con fare accondiscendente ha commentato “No, guarda, sono gli ebrei”.
D: Se fosse tutto vero ci sarebbe da stare poco tranquilli, centinaia di Tanker che ogni giorno irrorano i nostri cieli con aerosol di sostanze dannose per la salute per non si capisce ancora quale reale motivo è una prospettiva agghiacciante che sfora quasi nell’horror direi. Ma se non ci sono prove documentate e il tutto è solo frutto della fantasia di alcune cassandre cosa spinge secondo te gli ideatori di questa, chiamiamola, bufala a perpetrare questa sorta di terrorismo mediatico? Pensi che credano veramente a quanto affermano oppure c’è qualcuno che ha degli interessi a diffondere disinformazione e allarmismi?
R: Più che horror direi che potrebbe essere la trama per uno di quei “disaster film” americani ed, in effetti , esiste un film di quel genere, uscito a fine 2008, incentrato su un complotto del governo volto ad avvelenare la gente tramite irrorazioni aeree, si intitola “Toxic Skies” e non è un granchè.
Quando ci si chiede perché queste leggende metropolitane prendano piede e a che pro qualcuno le diffonda non possiamo prescindere dal valutare il contesto socio-culturale nelle quali si sviluppano. Ritengo che le leggende metropolitane non siano altro che delle moderne favole. Si tratta di racconti fantasiosi che però traggono spunto dalle paure della società e cercano di fornire una morale. Nel caso delle scie chimiche si fa leva sulla tematica ambientalista, cercando di comunicare alla gente che il progresso è positivo, ma deve avere un limite. Il problema sorge quando si confonde la realtà con la fantasia e quindi si basa la propria vita su una favola. La confusione tra realtà e fantasia, comunque, non nasce con le scie chimiche: già X-files e Indipendence Day lanciarono mode e leggende che tutt’ora costituiscono parte di un fitto sottobosco di teorie ufologiche; per non parlare poi del film Matrix: ancora oggi gente è convita di vivere nella “matrice”.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la sensazione di impotenza che spesso il cittadino ha nei confronti delle istituzioni. La società globalizzata raramente permette al singolo di poter tenere sotto controllo tutto ciò che lo circonda e questo alimenta l’idea che, fuori dalla propria portata, ci possa essere chissà cosa. Chiaramente non c’è un reale impedimento, oggi, il cittadino ha molti più metodi di un tempo per informarsi, diffondere la propria idea e farsi valere, ma spesso il tempo è poco e la voglia manca, quindi è più facile mettersi dietro un pc e dopo un paio di “googlate” atteggiarsi a salvatore del mondo. Insomma proteggere le balene andando ad ostacolare i balenieri è faticoso, richiede tempo, denaro e sprezzo del pericolo, imprecare contro le scie chimiche e contro una presunta lobby di avvelenatori del mondo comodamente seduti alla propria scrivania è comodo e comunque fornisce una rassicurante sensazione di fare qualcosa per migliorare questo “mondo malato”.
Non si può, poi, prescindere da considerare la gratificazione che le persone hanno sentendosi parte di un elitè. Nulla di negativo in questo, ovviamente, ma se una persona ha pochi argomenti e inventandosi delle teorie può ricevere attenzioni e lusinghe perché terminare questo bel gioco?
In ultimo è piuttosto normale che le persone manifestino una certa inerzia nel ricredersi su una teoria per la quale hanno speso tempo, denaro ed energie. Molti credenti nella teoria delle scie chimiche a mio avviso hanno capito benissimo che si tratta di una leggenda metropolitana, ma ammettere di aver creduto per anni a qualcosa di completamente inventato costa parecchia fatica e richiede un’umiltà che poche persone possiedono. Bisogna comunque dire che alcune (poche) persone hanno cambiato idea seguendo le mie indagini, in seguito ringraziandomi per il lavoro svolto; credo sia giusto che la loro apertura mentale sia riconosciuta e apprezzata.
Per quanto riguarda il lato economico, invece, sicuramente esiste una minoranza di persone che lucrano su queste credenze, ma se devo essere sincero solitamente non sono nemmeno tra i più accesi sostenitori della teoria complottista di turno.
D: Spesso il fenomeno scie chimiche viene associato ad altri fenomeni come ad esempio HAARP o il Morbo di Mogellons. C’è qualche studio che avalla queste affermazioni oppure il tutto rientra in un mero gossip fatto di ipotesi non documentate?
R: Credo sia meglio non mischiare eventi molto differenti.
HAARP è una stazione di ricerca in Alaska realmente esistente. La sigla HAARP sta per High Frequency Active Auroral Research Program, si tratta quindi di un progetto di ricerca volto a studiare le aurore e la ionosfera terrestre. HAARP ha un sito (http://www.haarp.alaska.edu/) nel quale si può trovare ogni genere di informazione sull’attività di ricerca, comprese foto, webcam in streaming e le date delle visite per i curiosi. Inoltre i risultati delle ricerche di HAARP e gli studi sull’impatto ambientale sono pubblici. Non vi è quindi alcun motivo per ritenere HAARP un sito invischiato in fantasiosi progetti occulti. Suggerisco comunque la lettura dell’articolo scritto da Gianni Comoretto e contenuto nello speciale del Cicap sulle scie chimiche (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273694).
Il morbo di Morgellons è una patologia inventata da Mary Leitao preoccupata per il curioso eczema del figlio di 2 anni, Drew. Dopo aver consultato diversi dottori, Mary, ottiene come diagnosi la Sindrome di Münchhausen per procura. Si tratta di un disturbo mentale che affligge per lo più le madri e le porta a ferire il figlio, simulando una patologia, allo scopo di attirare l’attenzione su di sé. La Leitao, comprensibilmente insoddisfatta dalla diagnosi, decide di raccogliere un campione di pelle del figlio e lo esamina sotto un microscopio giocattolo da 8 dollari (http://www.post-gazette.com/pg/06204/707970-85.stm). Ritiene, così, di aver scoperto dei filamenti misteriosi che uscivano dalla pelle del figlio e da allora combatte per il riconoscimento di questa patologia. La fondazione da lei creata nel 2004 oggi raccoglie numerose autodiagnosi di Sindrome di Morgellons. Come si sarà capito da questa breve storia, questa sindrome, viene riconosciuta praticamente sempre per autodiagnosi e non per un effettivo riconoscimento da parte della comunità medico-scientifica. In base alle numerose pubblicazioni in letteratura si ritiene che gran parte dei casi di Sindrome di Morgellons siano imputabili alla ben nota Sindrome da Parassitosi Illusoria: una patologia psichiatrica nella quale il paziente è convinto di avere dei parassiti sottopelle.
Da alcuni anni il Center for Disease Control (CDC) americano, sotto pressione delle richieste dei molti cittadini affetti da questa autodiagnosticata patologia, ha iniziato un’indagine epidemiologica. Attualmente l’indagine è conclusa e presto il risultato sarà pubblicato su una rivista scientifica.
D: Un’ultima domanda, non in importanza. Tecnicamente quello che viene sostenuto dagli sciachimisti, che spesso presentano prove di brevetti più o meno segreti su sistemi per modificare il clima e cose similari, è possibile ? Naturalmente anche lo fosse ciò non sarebbe una prova dell’applicazione su scala mondiale di questi sistemi.
R: Prima di tutto è necessario fare una premessa: registrare un’idea o un‘invenzione non significa che siano realizzabili. Basti pensare che esistono brevetti per qualunque cosa persino per macchine a moto perpetuo che da anni avrebbero già dovuto risolvere i problemi energetici mondiali o quantomeno i bisogni energetici dell’inventore. Se si vuole passare un’oretta divertendosi basta utilizzare “google patent” e ricercare qualche brevetto con parole chiave buffe. Senza difficoltà si troverà il “proteggi banana” per i pic nic troppo movimentati; in “tutela capezzoli” contro il fastidioso sfregamento delle magliette; il “partoritore rotante” strumento che dovrebbe essere usato per agevolare il parto stendendo una donna su un lettino, fissandola per la testa e facendola ruotare vorticosamente.
Tutto questo non vuole screditare lo strumento del brevetto, assolutamente fondamentale per tutelare l’inventore e le invenzioni; tuttavia bisogna stare attenti e non prendere tutto quello che si legge per oro colato. Nei brevetti citati dai sostenitori delle scie chimiche il problema più grande è l’ordine di grandezza. Spesso si tratta di idee che in teoria potrebbero funzionare, ma per applicare quel tipo di tecnica in tutto il mondo servirebbero milioni di aerei appositamente predisposti e un numero quasi incalcolabile di tonnellate di materiale da disperdere.
Credere acriticamente in certi brevetti non è diverso dal credere agli asini che volano, in fondo tecnicamente è fattibile: basterebbe mettere un jet pack su un asino!
Inoltre si può prescindere dal capire se tecnicamente si possa attrezzare un aereo per rilasciare sostanze tossiche nell’atmosfera, perché è sufficiente ragionare su quanto sarebbe facile scoprire un complotto del genere.
Immaginiamo per un momento che la teoria delle scie chimiche sia vera e che quindi esista una flotta di milioni di piloti che si alza la mattina per avvelenare il mondo. Il cellulare squilla, è il numero del supervisore, “Oggi contaminerai Milano” – dice la voce misteriosa al pilota – “ora chiamo il controllo volo del Nord Italia e li avviso di non preoccuparsi se sui radar vedono comparire un aereo misterioso”. Così mentre il nostro pilota va al lavoro, il capo fa il suo dovere sperando che nessuno dei controllori di volo rifiuti di collaborare e minacci di svelare tutto ai giornali (altrimenti dovrebbe assoldare un killer per farlo tacere). Il pilota però non può partire con un aereo comune da un aeroporto civile, altrimenti sarebbe facile scoprirlo, quindi si dirige verso un aeroporto misterioso nel quale lavorano una serie di complici a partire dai tecnici fino ai progettisti di questi velivoli modificati.
Prima di decollare l’aereo deve essere rifornito di carburate e della sostanza da rilasciare, arriva quindi un camion di un’azienda chimica che deve, per forza di cose, essere complice (autotrasportatore compreso). Decollato incontrerà altri velivoli, alcuni in incognito come lui, altri civili, tutti comunque dovranno essere avvisati della presenza di questo velivolo non identificato. Una volta in quota aprirà la valvola per rilasciare le temibili sostanze e a terra tutti i meteorologi dovranno essere complici: per loro è facile distinguere una nuvola naturale da una artificiale. Stessa cosa vale per astronomi e astrofili, con un telescopio sarebbe facile vedere da dove escono le sostanze e capire che qualcosa non va, anche loro tutti pagati per tacere. Infine le sostanze cadranno a terra e saranno analizzate dai chimici delle ARPA, dalle Università e anche da alcune scuole superiori che spesso campionano zone di terreno per insegnare ai ragazzi come eseguire certe analisi: tutti vedranno che ci sono valori inusuali, ma fino ad oggi nulla è trapelato, quindi anche loro sono tutti pagati. Tutti questi soldi usati per corrompere e mantenere il silenzio dovranno essere forniti da qualcuno e quindi la storia continua coinvolgendo gli enti che gestiscono ingenti fonti di denaro pubblico (Stato, banche, etc).
Insomma a conti fatti sarebbero molte di più le persone a conoscenza della verità pagate per tacere, che quelli ignari che subiscono l’avvelenamento e cercano di svelarlo. Non stupisce che i credenti nella teoria delle scie chimiche abbiano paura di tutto e di tutti, se la loro teoria fosse vera è probabile che persino un loro parente stretto sia pagato per nascondere la Verità.
Il blog di Simone Angioni si trova all’url: simoneangioni.blogspot.com
123 comments
@t4nk3r3n3my:
Ti sbagli, non è mai stata prodotta nemmeno una prova.
E poi dovresti anche renderti conto che le prove non “esistono in giro”, ma vengono cercate, trovate e documentate. Se esistono.
Per le tue “sciechimiche”, non esistono prove. Tu dici che esistono? Allora indicane almeno una. Una sola. Hai delle analisi? Pubblicale.
Noi persone sveglie non ci facciamo fregare dal primo che urla. Ma aspettiamo una persona seria, in grado di documentare le proprie affermazioni.
Però non sei affatto credibile a citare quel contaballe di Straker. A leggere quel sito viene prima da ridere, poi si prova pena per una persona tanto disperata da essere ridotta ad inventare stupidaggini pur di mendicare un po’ di attenzione. Un caso umano. Come quei quattro sprovveduti che ancora gli danno retta.
“CON TUTTE QUELLE CENTINAIA DI PROVE CHE ESISTONO IN GIRO” secondo me, hai sbagliato pianeta.
Ok,allora correggo.”con tutte quelle centinaia di chiacchere che ci sono in giro” e magari ogni tanto uscire dal bar e informarsi. no?